[[Categoria:Introito]]
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Il canto '''Spiritus Domini''', (conosciuto anche come ''Spiritus Domini replevit''), è l' ''Introito'' della ''Missa in Die'' della '''Domenica di Pentecoste'''. Il testo è tratto dal libro della Sapienza 1,7 per l'antifona e dal Salmo 68,2 per il versetto.
Il brano è nel modo ottavo, il modo "perfetto"; otto è il numero del superamento della scansione settimanale del tempo e quindi dell'infinito eterno; la discesa dello Spirito Santo nella Pentecoste conclude il Tempo Pasquale ed apre il nuovo tempo della Chiesa nel mondo.
Si tratta di un canto molto bello, elegante, ma anche misterioso: non vi è infatti una corda di recita unica (il do in questo modo), ma la voce si sposta sinuosamente su vari livelli, senza fermarsi in un punto armonico preciso, come lo Spirito che "soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va" (Vangelo di Giovanni, 3,8). Anzi, il canto comincia dalle note gravi, dal profondo della Sapienza di Dio, e poi spazia liberamente verso l'alto, quasi rimbalzando nell'aria.
La seconda frase contiene la parola hoc, che in latino è neutro mentre spiritus è maschile: probabilmente il testo dell'antifona è tradotto direttamente dal greco, dove pneuma (= spirito) è neutro.
La versione riportata è del ''Graduale Romanum'' del 1974; è un po' differente da quella del Graduale Simplex del 1974. Il recente ''Graduale Novum de Dominicis et Festis'' del 2011 contiene alcune ulteriori differenze.
== Testo e traduzioni ==