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Tratto da BenedettineSantaCecilia.it[1]


Sedulius Caecilius (o Caelius) (V sec.) è l'autore del testo di questo introito. Si tratta di due versetti tratti dal “Carmen paschale” (II, 63-64). In questo poema, composto da cinque libri, egli commenta in forma allegorica e simbolica l'antico e il nuovo testamento. Ad esempio i quattro evangelisti sono paragonati alle quattro stagioni, i dodici apostoli alle dodici ore del giorno o ai dodici mesi, le quattro braccia della croce ai quattro punti cardinali. L’antifona Salve sancta Parens esprime l'intenzione della Chiesa di porre al centro della celebrazione, accanto a Cristo, la Regina-Madre. Ci sono momenti nell'anno liturgico in cui la presenza regale di Maria nella liturgia è più latente, ma nella solennità di Maria SS. Madre di Dio è evidente e chiara. Sedulius afferma la maternità regale di Maria esaltando la puerpera che ha dato alla luce il Re. Gregorio Nazianzeno (Poem. Dogm. 18, 58) scrive che, nel presepio, Maria diede alla luce il “sovrano” del mondo intero. E “principem” è chiamato il Cristo in un altro inno composto da Sedulius: “A solis ortus cardine, / adusque terrae limitem / Christum canamus principem / natum Maria Virgine” (Hymnus 2, 1-4). La singolarità del parto verginale che pone Maria al di sopra di ogni altra creatura è ripresa da Sedulius nel Carmen Paschale 2, 68 “Sola sine exemplo placuisti femina Christo”. La festa della Ss. Madre di Dio è anche il commosso omaggio che il popolo di Dio rende a colei che ha partorito il Cristo. E, come le madri che hanno appena partorito ricevono la visita e gli auguri dei parenti e degli amici, così nella liturgia ci accostiamo alla culla del Bambino Gesù e insieme salutiamo e ci congratuliamo con la Vergine Madre. Per questo nella traduzione dell'introito abbiamo scelto invece del più consueto “Salve” l'espressione “Congratulazioni”.

Il brano, nel secondo modo, si compone di due frasi:

A. Salve, sancta Parens, enixa puerpera Regem, B. qui caelum terramque regit in saecula saeculorum.

La melodia fu adattata al testo solo nel tardo medioevo; nel Graduale Triplex si nota la mancanza di lettere di riferimento ai manoscritti e ai loro segni. La melodia è quella dell’introito dell’Epifania, Ecce advenit, scelto sicuramente perché il riferimento di Sedulius al Re richiama quel testo. Su Salve all’inizio, si trova una formula melodica che serve normalmente per descrivere la parola Ecce (vedere gli introiti Ecce advenit e In excelso throno) nel contesto di un’acclamazione regale. Si avverte la maestà e la nobiltà della divina maternità.

La struttura melodica del brano è semplice, sviluppata per la maggior parte nel movimento tra la finale (re) e la dominante (fa). La melodia mette in evidenza le parole importanti, Parens, Regem, regit, e unisce i concetti di cielo e terra, caelum terramque. Su in saecula si trova un passaggio di semi-recitativo che si leva da una nota strutturale del modo, brilla su un’altra più in alto, poi ridiscende, per esprimere con fervore e gioia le parole che si riferiscono al regno eterno.

Indice

Testo e traduzioni

Testo latino

Salve sancta parens Enixa puerpera Regem
Qui cælum terramque regit In sæcula sæculorum.

Eructavit cor meum Verbum bonum
Dico ego opera mea Regi.

Traduzione in lingua italiana

Congratulazioni, Santa Madre, che hai partorito il Re,
Colui che governa il cielo e la terra nei secoli dei secoli.

Dal mio cuore sgorgano parole belle:
io proclamo al Re il mio poema.

Spartiti musicali

Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:

600px

Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:xxx.pdf

Video

Versione tratta dal Graduale Romanum (1961), pag. xxx, cantata dai monaci benedettini di Santo Domingo de Silos.

Codice sorgente GABC

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Bibliografia

Note