Differenze tra le versioni di "Attende, Domine"
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− | ; '''Traduzione liturgica in | + | ; '''Traduzione liturgica CEI''' |
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+ | A noi, tuo popolo, che a te ritorna - dona la pace, Signore. | ||
+ | 1. A te, Signore, che ci hai redento, | ||
+ | i nostri occhi solleviamo in pianto; | ||
+ | ascolta, o Cristo, l’umile lamento. | ||
+ | 2. Figlio di Dio, capo della Chiesa, | ||
+ | tu sei la via, sei la porta al cielo, | ||
+ | con il tuo sangue lava i nostri cuori. | ||
+ | 3. Tu sei grandezza, assoluto amore; | ||
+ | noi siamo terra che tu hai plasmato: | ||
+ | in noi ricrea la tua somiglianza. | ||
+ | 4. Ti confessiamo d’essere infedeli, | ||
+ | ma il nostro cuore s’apre a te sincero; | ||
+ | tu, Redentore, guardalo e perdona. | ||
+ | 5. Ti sei vestito del peccato nostro, | ||
+ | ti sei offerto come puro Agnello: | ||
+ | ci hai redenti, non lasciarci, o Cristo. | ||
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+ | ; '''Traduzione italiana più diffusa''' | ||
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Versione delle 17:42, 5 ago 2019
Tratto da LaSacraMusica.blogspot.com
Un popolare canto d'ingresso alla messa è Attende Domine. Si tratta di un inno in terzine di endecasillabi con ritornello, da eseguire a responsorio fra cantore e assemblea. Il ritornello in particolare è un diretto riferimento al Miserere (salmo 50/51) mentre le strofe hanno comunque un contenuto penitenziale, perciò il canto è adatto soprattutto al tempo di Quaresima.
L'originale latino viene considerato un canto gregoriano, con melodia nel V modo, e un'estensione non troppo ardua che può essere affrontata da un'assemblea.
La tipicità musicale di questo canto risiede nella seconda frase del ritornello, dove troviamo la consecuzione di due quarte perfette discendenti, un vero e proprio solecismo medievale, assai appropriato per comunicare il tono della supplica penitenziale. L'inno costituisce il corrispettivo del Rorate coeli che si canta nel tempo di Avvento, e come quello anche Attende domine non fa parte del corpus originario gregoriano e non è inserito nella storica Edizione Medicea.
Il canto in effetti appartenne in origine alla liturgia mozarabica: si tratta infatti di una litania quaresimale del X secolo, proveniente dalla regione spagnola corrispondente all'antico territorio visigoto di Toledo, e popolarmente rimasto anche dopo la soppressione di quel rito (XI secolo).
Molto diffuso soprattutto in territorio francese, fu inserito nelle Variae preces di Solesmes sotto la categoria Liturgia Gothica (fu classificato da Solesmes come tono Lidio, ma è autenticamente Ionio).
Anche nel Liber Usualis è inserito in appendice tra i Canti vari. Fa quindi ora parte a pieno titolo del repertorio gregoriano ed è un canto ancora conosciuto, in uso nel tempo di Quaresima anche prima del Concilio, ed anche grazie alla sua semplicità andrebbe rivalutato e riproposto più spesso nelle nostre liturgie.
Indice
Testo e traduzioni
Attende Domine et miserere Ad te, Rex summe, omnium Redemptor, Dextera Patris, lapis angularis, Rogamus, Deus, tuam majestatem: Tibi fatemur crimina admissa: Innocens captus, nec repugnans ductus, |
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Spartiti musicali
Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:
Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:xxx.pdf
Video
Versione tratta dal Liber Usualis (1961), p. 1872, cantata dai Cantori Gregoriani, Stirps Jesse, Enrico de Capitani..
Codice sorgente GABC
codice
Bibliografia
- Wikipedia.org, versione italiana, https://it.wikipedia.org
- GregoBase project, https://gregobase.selapa.net/
- Liber Usualis, 1961, pagina 1872.