Differenze tra le versioni di "Crux fidelis (Pange lingua gloriosi proelium certaminis)"
Riga 47: | Riga 47: | ||
''agnus in crucis levatur immolandus stipite.''<br /> | ''agnus in crucis levatur immolandus stipite.''<br /> | ||
− | '' | + | ''En acetum, fel, arundo, sputa, clavi, lancea;''<br /> |
''mite corpus perforatur; sanguis, unda profluit,''<br /> | ''mite corpus perforatur; sanguis, unda profluit,''<br /> | ||
''terra pontus astra mundus quo lavantur flumine.''<br /> | ''terra pontus astra mundus quo lavantur flumine.''<br /> | ||
Riga 93: | Riga 93: | ||
...<br /> | ...<br /> | ||
− | E questi, trascorsi ormai sei lustri, percorrendo sino alla fine il tempo della [sua] vita umana, | + | E questi, trascorsi ormai sei lustri, percorrendo sino alla fine il tempo della [sua] vita umana,<br /> |
− | consegnandosi di sua spontanea volontà alla passione — era nato per questo —, | + | consegnandosi di sua spontanea volontà alla passione — era nato per questo —,<br /> |
− | è sollevato sulla croce come un agnello da immolare su un ceppo. | + | è sollevato sulla croce come un agnello da immolare su un ceppo.<br /> |
+ | Ecco aceto, fiele, canna, sputi, chiodi, lancia;<br /> | ||
+ | il corpo mansueto è perforato e ne scaturiscono sangue ed acqua;<br /> | ||
+ | la cui corrente lava la terra, il mare, le stelle, il mondo!<br /> | ||
+ | Croce fedele, nobile albero, unico tra tutti!<br /> | ||
+ | Nessun bosco ne offre uno simile per fiore, fogliame, germoglio.<br /> | ||
+ | Dolce legno, dolce palo, che porti un dolce peso.<br /> | ||
+ | |||
+ | Piega i rami, alto albero, rilascia le [tue] fibre distese<br /> | ||
+ | e si pieghi quella rigidità, che avesti dalla nascita,<br /> | ||
+ | per concedere alle membra del re celeste un tronco tenero.<br /> | ||
+ | |||
+ | Tu sola fosti degna di portare il riscatto della stirpe [umana]<br /> | ||
+ | e di preparare un porto all'umanità, [ridotta come un] navigante naufrago,<br /> | ||
+ | che il sangue sacro, effuso dal corpo dell’Agnello, ha unto.<br /> | ||
+ | |||
+ | Al Padre e al Figlio e all’illustre Paraclito,<br /> | ||
+ | sia un’eguale e sempiterna gloria, alla beata Trinità,<br /> | ||
+ | la cui grazia vivificante ci ha redento e ci preserva. Amen.<br /> | ||
|} | |} | ||
Versione delle 19:17, 11 apr 2020
Tratto da LaSacraMusica.Blogspot.com[1]
Nella liturgia del Venerdì Santo troviamo Crux fidelis, un inno gregoriano antichissimo, assai bello e che, almeno in passato, era molto famoso.
Fu scritto da san Venanzio Fortunato (530-609), e tradizionalmente viene indicato come anno di composizione il 570, in occasione di una processione per la consegna di una reliquia della Croce alla regina Radegunda, di cui Venanzio era segretario. In effetti, Venanzio scrisse un brano molto più lungo, Pange lingua (solo l'ultima stanza del testo è un'aggiunta tardiva), che viene cantato responsorialmente sulla stessa melodia, mentre Crux fidelis, che ne è una strofa, viene ripetuto come un'antifona.
Pange lingua ha anche altri usi liturgici, nella Liturgia delle Ore durante la Settimana Santa e nelle feste della Croce. Ma quando viene utilizzato nella liturgia, è spesso suddiviso in inni più piccoli, come Lustra sex qui iam peregit, En acetum, fel, Arundo, e nel nostro caso Crux fidelis inter omnes.
Bisogna sottolineare quale valenza teologica ha questo canto, che per l'orecchio moderno può sembrare quasi strano laddove una melodia così graziosa e modulata mette in musica parole che descrivono come "dolce" il legno e il chiodo, "nobile" l'albero della Croce.
Come è accaduto per molti altri canti gregoriani, la versione tradizionale, che troviamo nel Graduale del 1974 e che è ancora molto diffusa, è stata corretta nel Graduale Novum de Dominicis et de Festis del 2011.
Il testo latino di quanto si canta per l'adorazione della Croce il Venerdì Santo è il seguente (dopo le strofe il ritornello si ripete solo fino all'asterisco*):
Indice
Testo e traduzioni
Crux fidelis, inter omnes arbor una nobilis; Pange, lingua, gloriosi proelium certaminis De parentis protoplasti fraude factor condolens, Hoc opus nostrae salutis ordo depoposcerat, Quando venit ergo sacri plenitudo temporis, Vagit infans inter arta conditus praesaepia, Lustra sex qui iam peracta tempus implens corporis, En acetum, fel, arundo, sputa, clavi, lancea; Crux fidelis, inter omnes arbor una nobilis, Flecte ramos, arbor alta, tensa laxa viscera, Sola digna tu fuisti ferre pretium saeculi Aequa Patri Filioque, inclito Paraclito, |
Croce fedele, fra tutti unico albero nobile: Celebra, o lingua, la vittoria del glorioso combattimento, Addolorato per il peccato del progenitore, sua creatura, Il piano della nostra salvezza aveva richiesto questo passaggio, Quando, dunque, venne la pienezza del sacro tempo, ... E questi, trascorsi ormai sei lustri, percorrendo sino alla fine il tempo della [sua] vita umana, Ecco aceto, fiele, canna, sputi, chiodi, lancia; Croce fedele, nobile albero, unico tra tutti! Piega i rami, alto albero, rilascia le [tue] fibre distese Tu sola fosti degna di portare il riscatto della stirpe [umana] Al Padre e al Figlio e all’illustre Paraclito, |
Spartiti musicali
Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:
Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:xxx.pdf
Video
Versione tratta dal Graduale Romanum (1974), pag. 182, canale YouTube GradualeProject.
Codice sorgente GABC
codice
Bibliografia
- Wikipedia.org, versione italiana, https://it.wikipedia.org
- GregoBase project, https://gregobase.selapa.net/
- Graduale Romanum, Libreria Editrice Vaticana 1974, pagina 182.