Differenze tra le versioni di "Alleluia (Vaticano - Ps. 104)"
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Versione delle 21:38, 6 ago 2019
Tratto da it.Cathopedia.org
Alleluia (trascritta nell'ebraico tradizionale Halləluya, nell'ebraico di Tiberiade Halləlûyāh), è un'antica acclamazione di lode a Dio in ebraico. Etimologicamente l'alleluia è composto da due parole ebraiche: hall'lu (pregate o lodate) e Jah (forma abbreviata del nome divino Jahwé). Ed è pure una delle quattro parole ebraiche conservate, a tutt'oggi, nell'uso liturgico occidentale (assieme ad amen, osanna, sabaoth[1]). La parola è accettata in molte lingue europee ed anche extraeuropee, sempre per esprimere gioia e giubilo.
Nella liturgia cristiana, l'Alleluia si canta sia nella Liturgia delle ore che nel proprio della Messa, dove è cantato prima della lettura del Vangelo.
Le origini di questo canto sono complesse. In origine era riservato alle celebrazioni del giorno di Pasqua. In seguito fu esteso anche al Tempo Pasquale, fino ad essere poi incluso nella liturgia di tutte le domeniche dell'anno liturgico; la domenica è infatti la celebrazioni settimanale della resurrezione di Gesù.
In questo canto si distinguono tre elementi:
la parola alleluia che viene cantata solitamente tre volte all'inizio ed alla fine, lo jubilus o melisma prolungato sulla A finale dell' alleluia, il versetto, quasi sempre unico, raramente doppio, preso da un salmo o da un cantico. Nel canto gregoriano è il più recente tra i canti del proprium.
La melodia posta sulla parola Alleluia è generalmente sillabica o poco ornata. Dopo il terzo alleluia è presente lo jubilus, un vocalizzo sul nome divino Yah. Questa espressione gioiosa di lode è molto antica, probabilmente di origine ebraica e bene si adatta ad introdurre la lettura della Parola del Signore così come è d'uso anche oggi, ma nulla indica che questa è stata la sua funzione originaria.
Il canto del versetto prolunga la lode ed offre all'assemblea un motivo di meditazione e di approfondimento del tema liturgico della celebrazione. Nel finale si riprende il tema dello jubilus seguito poi dal triplice canto dell'alleluia.
Indice
Testo e traduzioni
Alleluia, alleluia, alleluia |
Spartiti musicali
Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:
Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:xxx.pdf
Video
Versione tratta dal Liber Usualis (1961), p. pp. 880-881, cantata dai monaci benedettini di Santo Domingo de Silos.
Codice sorgente GABC
codice
Bibliografia
- Wikipedia.org, versione italiana, https://it.wikipedia.org
- GregoBase project, https://gregobase.selapa.net/
- Graduale Romanum, Libreria Editrice Vaticana 1974, pagina 253.
Note
Gli alleluia in cui la melodia conclusiva del versetto si differenzia da quella dello jubilus sono quelli di più antica composizione[4].
Nei codici medievali il canto dell'alleluia è raggruppato in appendice, a differenza degli altri brani del proprium e non aveva una posizione liturgica determinata. Era il cantore che sceglieva di volta in volta il canto che preferiva (quale volueris).
- ↑ Trascrizione dell'ebraico ṣĕbā'ōt "eserciti", ricorrente nell'Antico Testamento in espressioni che celebrano il Signore in quanto "capitano degli eserciti" di Israele, passata in seguito nella liturgia cattolica nel Sanctus della Messa: Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dominus deus sabaoth "capitano delle schiere celesti" e oggi "Signore Dio dell'universo".