Differenze tra le versioni di "Ubi caritas"

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'''Ubi caritas''' è un inno della Chiesa occidentale, a lungo usato come una delle antifone per la cerimonia della ''lavanda dei piedi'' il Giovedì Santo. La melodia gregoriana fu composta tra il quarto e il decimo secolo, anche se alcuni studiosi ritengono che il testo risale ai primi incontri cristiani prima della formalizzazione della Messa. Di solito è cantato durante l'adorazione eucaristica e la benedizione del Santissimo Sacramento e il giovedì sera nella ''Messa della Cena del Signore''. L'attuale Messale Cattolico Romano (1970, 3a edizione tipica 2000) lo riassegnò dal mandatum lavapiedi alla processione dell'offertorio durante la Messa della Cena del Signore del Giovedì Santo, e si trova anche negli attuali inni anglicani e luterani.
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'''Ubi caritas''' è un inno della Chiesa occidentale, a lungo usato come una delle antifone per la cerimonia della ''lavanda dei piedi'' il Giovedì Santo. La melodia gregoriana fu composta tra il quarto e il decimo secolo, anche se alcuni studiosi ritengono che il testo risale ai primi incontri cristiani prima della formalizzazione della Messa. Di solito è cantato durante l'adorazione eucaristica e la benedizione del Santissimo Sacramento e il giovedì sera nella ''Messa della Cena del Signore''. L'attuale Messale Cattolico Romano lo riassegnò dalla lavanda dei piedi alla processione dell'offertorio durante la Messa della Cena del Signore del Giovedì Santo, e si trova anche negli attuali inni anglicani e luterani.
  
 
Nella seconda edizione tipica (1983) dell'attuale Messale Romano, la risposta antifonale è stata modificata per leggere "Ubi caritas est vera, Deus ibi est", dopo alcuni manoscritti molto antichi. Questo si traduce come: "Dove la carità è vera, lì c'è Dio".
 
Nella seconda edizione tipica (1983) dell'attuale Messale Romano, la risposta antifonale è stata modificata per leggere "Ubi caritas est vera, Deus ibi est", dopo alcuni manoscritti molto antichi. Questo si traduce come: "Dove la carità è vera, lì c'è Dio".
  
Un inno strofico, con il ritornello affidato all’assemblea e le strofe ad un solista o ad un piccolo coro. Scritto nel modo VI, non presenta eccessive difficoltà, sicuramente non è adatto per un coro alle primissime armi, ma non sono richieste particolari doti. La maggior difficoltà è il ritmo: essendo basato sulla parola, occorre attribuire il primato al fluire denso del testo, senza ostinarsi a voler rendere mensurale la bella melodia.
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E' un inno strofico, con il ritornello affidato all'assemblea e le strofe ad un solista o ad un piccolo coro. Scritto nel modo VI, non presenta eccessive difficoltà, sicuramente non è adatto per un coro alle primissime armi, ma non sono richieste particolari doti. La maggior difficoltà è il ritmo: essendo basato sulla parola, occorre attribuire il primato al fluire denso del testo, senza ostinarsi a voler rendere mensurale la bella melodia. È un inno per il Giovedì Santo, per l’esattezza la celebrazione “nella Cena del Signore”. Adatto anche durante la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, oppure negli incontri ecumenici, o in tutte le situazioni in cui si prega per la pace. Si eviti la tendenza a rallentare o ad appesantire.<ref>''Canti per la Liturgia'', http://www.cantiperlaliturgia.com/ubi-caritas.html</ref>
È un inno per il Giovedì Santo, per l’esattezza la celebrazione “nella Cena del Signore”. Adatto anche durante la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, oppure negli incontri ecumenici, o in tutte le situazioni in cui si prega per la pace. Si eviti la tendenza a rallentare o ad appesantire.<ref>''Canti per la Liturgia'', http://www.cantiperlaliturgia.com/ubi-caritas.html</ref>
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== Testo e traduzioni ==
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''Ubi caritas est vera, Deus ibi est.<ref>Antica versione: ''et amor''</ref>''<br />
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''Congregavit nos in unum Christi amor.''<br />
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''Exsultemus et in ipso jucundemur.''<br />
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''Et ex corde diligamus nos sincero.''<br />
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''Simul ergo cum in unum congregamur:''<br />
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''ne nos mente dividamur, caveamus.''<br />
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''Cessent iurgia maligna, cessent lites.''<br />
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''Et in medio nostri sit Christus Deus.''<br />
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''Simul quoque cum beatis videamus''<br />
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''glorianter vultum tuum, Christe Deus:''<br />
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''gaudium, quod est immensum atque probum,''<br />
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Versione tratta dal Liber Usualis (1961), p. pp. 880-881, cantata dai monaci benedettini di ''Santo Domingo de Silos''.
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== Bibliografia ==
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* Wikipedia.org, versione italiana, https://it.wikipedia.org
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* GregoBase project, https://gregobase.selapa.net/
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* ''Graduale Romanum'', Libreria Editrice Vaticana 1974, pagina 168.
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== Note ==

Versione delle 16:52, 30 lug 2019

Tratto da WikiPedia.org

Ubi caritas è un inno della Chiesa occidentale, a lungo usato come una delle antifone per la cerimonia della lavanda dei piedi il Giovedì Santo. La melodia gregoriana fu composta tra il quarto e il decimo secolo, anche se alcuni studiosi ritengono che il testo risale ai primi incontri cristiani prima della formalizzazione della Messa. Di solito è cantato durante l'adorazione eucaristica e la benedizione del Santissimo Sacramento e il giovedì sera nella Messa della Cena del Signore. L'attuale Messale Cattolico Romano lo riassegnò dalla lavanda dei piedi alla processione dell'offertorio durante la Messa della Cena del Signore del Giovedì Santo, e si trova anche negli attuali inni anglicani e luterani.

Nella seconda edizione tipica (1983) dell'attuale Messale Romano, la risposta antifonale è stata modificata per leggere "Ubi caritas est vera, Deus ibi est", dopo alcuni manoscritti molto antichi. Questo si traduce come: "Dove la carità è vera, lì c'è Dio".

E' un inno strofico, con il ritornello affidato all'assemblea e le strofe ad un solista o ad un piccolo coro. Scritto nel modo VI, non presenta eccessive difficoltà, sicuramente non è adatto per un coro alle primissime armi, ma non sono richieste particolari doti. La maggior difficoltà è il ritmo: essendo basato sulla parola, occorre attribuire il primato al fluire denso del testo, senza ostinarsi a voler rendere mensurale la bella melodia. È un inno per il Giovedì Santo, per l’esattezza la celebrazione “nella Cena del Signore”. Adatto anche durante la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, oppure negli incontri ecumenici, o in tutte le situazioni in cui si prega per la pace. Si eviti la tendenza a rallentare o ad appesantire.[1]

Testo e traduzioni

Testo latino

Ubi caritas est vera, Deus ibi est.[2]
Congregavit nos in unum Christi amor.
Exsultemus et in ipso jucundemur.
Timeamus et amemus Deum vivum.
Et ex corde diligamus nos sincero.

Simul ergo cum in unum congregamur:
ne nos mente dividamur, caveamus.
Cessent iurgia maligna, cessent lites.
Et in medio nostri sit Christus Deus.

Simul quoque cum beatis videamus
glorianter vultum tuum, Christe Deus:
gaudium, quod est immensum atque probum,
saecula per infinita saeculorum.[3]

Traduzione conoscitiva in lingua italiana

testo

Spartiti musicali

Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:

600px

Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:xxx.pdf

Video

Versione tratta dal Liber Usualis (1961), p. pp. 880-881, cantata dai monaci benedettini di Santo Domingo de Silos.

Codice sorgente GABC

codice

Bibliografia

Note

  1. Canti per la Liturgia, http://www.cantiperlaliturgia.com/ubi-caritas.html
  2. Antica versione: et amor
  3. Antica versione: termina con Amen.