Differenze tra le versioni di "Caritas Dei diffusa est (Introitus)"

Da Gregorianum.org.
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Versione attuale delle 16:44, 14 ago 2023

VUOI LASCIARE UNA PICCOLA DONAZIONE?

Tratto da BenedettineSantaCecilia.it[1]

Caritas Dei diffusa est è l'’introito della Santissima Trinità, nell’Anno C, ed è tratto dalla Messa dalla Vigilia di Pentecoste. Il suo testo, tratto dalla lettera di San Paolo ai Romani, si trova alla fine della seconda lettura. Prima del cambiamento del calendario dopo il Concilio Vaticano II, si cantava questo introito nelle Quattro Tempora di Pentecoste. Sappiamo che si osservavano le Quattro Tempora nella Chiesa primitiva; dunque il brano, composto qui a Roma, è probabilmente antichissimo. Tradizionalmente lo si canta anche nella festa di San Filippo Neri.

L’introito si compone di due frasi, punteggiate di alleluia pasquali:
A. Caritas Dei diffusa est... B. per inhabitantem Spiritum

La struttura di un brano nel terzo modo è spesso difficile da analizzare. Conosciuto nel Medioevo come “il mistico”, il terzo modo si caratterizza per un movimento incessante, dove la relativa importanza di ciascun grado del modo può variare nel corso del pezzo. Esprime bene i moti dell’ardore e della vitalità, perciò si adatta ai testi che descrivono gli affetti del cuore, come il testo di oggi. Il brano tratta con enfasi le parole iniziali Caritas Dei. Con un pes (quadratus nei manoscritti) la melodia salta di una quarta al do, una delle due dominanti del modo, e rimane su questa corda di recita fino alla discesa su un torculus grazioso. L’intonazione è simile a quella del communio della XIV domenica del Tempo Ordinario, Gustate et videte. Per descrivere la parola diffusa, la musica si diffonde in tutto il tetragramma. Il movimento discendente sull’ultima sillaba e il passaggio seguente su in cordibus nostris, alleluia richiamano la melodia di quoniam suavis est Dominus del communio Gustate. Nella seconda frase, da notare il modo di trattare inhabitantem, sottolineato dalla bivirga all’inizio e dall’ornamentazione dell’accento tonico; l’allungamento di Spiritum; e i due climacus che danno risalto alla parola nobis. Il brano si conclude con due alleluia ben diversi; il primo prorompe di gioia, il secondo esprime tenerezza e pienezza.

Testo e traduzioni

Testo latino

Caritas Dei diffusa est in cordibus nostris, alleluia:
per inhabitantem Spiritum eius in nobis, alleluia, alleluia.

Benedic anima mea Domino
et omnia a quae intra me sunt, nomini sancto eius.

Traduzione in lingua italiana

La carità di Dio è stata effusa nei nostri cuori, alleluia:
per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi alleluia alleluia.

Benedici il Signore, anima mia:
quanto è in me (benedica) il suo santo nome

Spartiti musicali

Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:

Caritas-Dei-diffusa-est-Introitus.png

Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:Caritas-Dei-diffusa-est-Introitus.pdf

Video

Versione tratta dal Graduale Romanum (1974), pag. 248, cantata da Giovanni Vianini, Schola Gregoriana Mediolanensis.

Codice sorgente GABC

name:Caritas Dei diffusa est;
office-part:Introitus;
mode:3;
book:Graduale Romanum, 1961, p. 304 & The Liber Usualis, 1961, p. 1472 & The Liber Usualis, 1961, p. 900 & Graduale Romanum, 1974, p. 248;
transcriber:Andrew Hinkley-Stefano Ferri;
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(c4) CA(gj)ri(j)tas(j) De(j)i(hih.) *(,) dif(g)fú(gh/ih/i_j//)sa(gh_G'_FE'f) est(fe..) (;) in(f) cór(e!f'h)di(h)bus(h) no(hghf)stris,(d!ewf.) (,) al(fg~)le(g_e)lú(egff)ia:(fe..) (:z) 
per(egf) in(ff)ha(ef)bi(g)tán(g/hjh/fhf/gh)tem(g.) (,) Spí(hhg)ri(h_g)tum(f) e(e!f'g~)jus(g.) (,) in(f) no(ef!gvFE/fvED)bis,(ed..) (;) al(f)le(fh/jh)lú(ghg)ia,(e.) (,z) 
al(g)le(ixg./hiG'F/hvGF'g//)lú(egff)ia.(fe..) <i>Ps.</i>(::) Bé(g)ne(hj)dic(j) á(j)ni(j)ma(j) me(k)a(j) Dó(j)mi(ih)no :(jjj) *(:z) 
et(ig) ó(hj)mni(j)a(j) quae(j) in(j)tra(j) me(j) sunt,(j.) (,) nó(j)mi(j)ni(jji) san(hg~)cto(h') e(i)jus.(gh..) (::)

Bibliografia

Note