Differenze tra le versioni di "O salutaris Hostia I"

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Versione delle 17:31, 3 feb 2021

VUOI LASCIARE UNA PICCOLA DONAZIONE?

Tratto da WikiPedia.org

O salutaris Hostia è un celebre inno liturgico ed eucaristico cattolico, composto da San Tommaso d'Aquino per l'Ufficio, più precisamente per le Lodi Mattutine della festa del Corpus Domini.

L'inno è ricavato dalle ultime due strofe dell'inno Verbum supernum prodiens, scritto dallo stesso santo per il medesimo ufficio di questa festa.[1]

Queste ultime due strofe vengono usate per la benedizione eucaristica e anche se quest'uso ha vasta diffusione non è prescritto dalle rubriche. Quindi può essere sostituito da un altro inno eucaristico conveniente (ad esempio dal Pange lingua (Tantum ergo)). Un altro utilizzo è in forma di mottetto alla Messa solenne, cantato subito dopo l'Offertorio.

Pierre de la Rue addirittura sostituì il Benedictus con quest'inno in alcune sue Messe. Compare anche nella Messa a 3 voci in do minore "Aux Orphéonistes" di Charles Gounod e nella Petite messe solennelle di Gioacchino Rossini, ma in entrambi i casi dopo il Benedictus.

Sulla melodia gregoriana di O salutaris Hostia si canta anche l'inno polacco Gaude Mater Polonia.

Testo e traduzioni

Testo latino

O salutaris hostia
quae caeli pandis ostium,
bella premunt hostilia:
da robur, fer auxilium.
Uni trinoque Domino
sit sempiterna gloria,
qui vitam sine termino
nobis donet in patria.
Amen

Traduzione in lingua italiana

O vittima salvatrice
che spalanchi la porta del cielo
guerre ostili premono,
da' forza, porta aiuto!
Al Dio uno e trino
sia una gloria eterna,
affinché egli doni a noi
una vita senza fine nella patria.
Amen.

Spartiti musicali

Spartito gregoriano, impaginato su foglio formato A4:

OSalutarisHostiaI.png

Spartito disponibile in formato PDF impaginato su foglio A4, Media:OSalutarisHostiaI.pdf

Video

Versione tratta dal libro Cantus selecti, Solesmes, 1957, p. 1*, canale YouTube Cantuale.

Codice sorgente GABC

name:O salutaris Hostia I;
office-part:Hymnus;
mode:8;
book:Cantus selecti, 1957, p. 1*;
transcriber:MarkM;
%%
(c4) O(g) sa(gh/jvIH)lu(gf)tá(hg)ris(hih) Hó(g')sti(f)a,(g.) (;) Quae(g) caéli(i' j) pá(k)ndis(ji) ó(hg)sti(h)um,(j.) (:) Bélla(j h') pré(j)mun(g)t hostí(gh/ hg)li(f)a,(g.) (;) Da(f) róbur,(hg /hj) fer(ji) auxí(hg e')li(f)um.(g.) (::) 2. Uni(g gh/jvIH) tri(gf)nóque(hg /hih) Dó(g')mino(f /g.) (;) Sit(g) sempi-(i'  /j)térna(k /ji) gló(hg)ri(h)a,(j.) (:) Qui(j) ví(h')tam(j) sine(g /gh) término(hg /f /g.) (;) Nó(f)bis(hg) dónet(hj /ji) in(hg) pátri(e' /f)a.(g.) (::) Amen.(ghg /fg..) (::)

Bibliografia

Note

  1. È stato mantenuto anche dopo la riforma liturgica nella Liturgia delle Ore, come facoltativo e alternativo ad un inno in lingua volgare.